Uomo e natura, non vi è scienza senza concezione dei limiti
In questi giorni nei quali la natura mostra la sua forza incosciente e l’uomo con meno carte e ragioni dei filosofi cerca colpe e soluzioni, retaggio di un’educazione votata alla punizione, al pentimento, alla ricerca disperata di una mancanza, in rapporto a ciò che invece è imponderabile, per recuperare una relazione persa con l’ambiente che ci ospita, occorre forse tornare a pensare con parole trascendenti e dopo tanti anni mi ritrovo a tentar paesie (Poesie di quelli nati in piccoli borghi, non robe da poeti metropolitani).
SpinoSZa questione; noi e natura
E quando la rugiada
Sveglia il viso nel bosco
E il sole sale lento
A illuminare il mondo
Pensi che esista natura
Differente
Fatta per l’uomo
Ad esso dedicata
E non percepisci
L’eterno indifferente
Dell’essere che in sé perfetto è
E non si confronta, non si rapporta
Scorre
E costruisci templi di dèi
Dèi punitivi
Perché l’indifferenza
Più ferisce e spaura
E costruisci gabbie e difese da,
Perché condivisione
E’ dura più dell’odio
Ma se creatore dio, essenza è natura
O dio senza natura è
Nella sua essenza,
Nec sine
Nec contra natura
Siamo
Baruch dixit
Ubriachi e deliranti,
Effimeri e incompleti
Vi esistiamo con,
In finta libertà
Ma quando la rugiada
Sveglia il viso nel bosco
E il sole sale lento
A illuminare il mondo
Pensi che natura è
Seppure appare