Parole vagabonde
Proust scriveva che il vero viaggio di conoscenza non sta nello scoprire nuovi mondi, ma avere nuovi occhi, definendo in qualche modo uno spazio interiore del vagabondare, una dimensione nella quale si ricerca qualcosa in sé scoprendo il mondo. Il viaggio non parte da un punto di una mappa per arrivare ad una meta, è più un percorso labirintico, che porta, in fondo al vagare, a ritrovarsi; ben lo sapeva Shakespeare, ben lo racconta Greenaway, ben lo indaga Jung. Con le nostre Parole Vagabonde racconteremo quindi di viaggi fisici ed interiori, perché ogni viaggio ha sempre queste caratteristiche.
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Quando avevamo trent’anni di meno
Come si scrivono le prime pagine sul decennale di un terremoto? Come si scrivono quando dietro di te c’è quasi un genere letterario, centinaia di libri, articoli, documentari, film, fiction per quello che forse, insieme all’11 settembre, è uno dei disastri più documentati della storia? Soprattutto chi scrive deve avere una grande presunzione, oppure una grande necessità di condivisione di sentimenti, per credere che di parole sull’Aquila post sisma vi sia ancora bisogno. La città è tornata sotto gli occhi del mondo, ancora di più lo sarà nei prossimi giorni e per la sua nuova settimana di offese e gloria mondiale, si mostrerà, come i suoi cittadini, ancora con finta…