• Conosciamoci peggio

    Il capitalismo contemporaneo e la nuova politica

    Nel momento in cui la logica del capitalismo si realizza, si annienta come tale. La previsione marxiana relativa all’auto-destituzione della produzione capitalistica è più che mai attuale – solo, si verifica in forma imprevista. Il capitalismo sta morendo, ma lo fa a macchia di leopardo, per sussulti improvvisi, crisi localizzate, blocchi più o meno puntiformi. Il capitalismo non è più improntato al momento della produzione di merci, ma nemmeno a quello del loro consumo – com’era sino a qualche anno fa. Oggi conta soltanto la circolazione, una circolazione in cui uomini, oggetti e quant’altro sono rigorosamente sullo stesso piano. La circolazione è la valorizzazione: tutto ormai, circolando, si comporta alla…

  • Conosciamoci peggio

    La giovine Europa e un nuovo medioevo

    L’ineguaglianza è facile perché richiede soltanto di galleggiare con la corrente, laddove l’eguaglianza è difficile perché ci chiede di nuotare controcorrente. (R. H. Tawney) Sono cresciuto sognando di viaggiare, di poter girare il mondo in lungo e largo, guardando luoghi, più che conoscendo gente. Forse a questo mi indirizzavano le avventure sognanti di Paperone o il controverso Ambrogio Fogar di “Jonathan dimensione avventura”, o Jack London e più in là Bruce Chatwin, ma viaggiare era sogno ancora, era avventura ed era difficile economicamente. Crescendo e viaggiando ho imparato che oltre il visibile, era importante il sensibile e conoscere esistenze e relazionarsi con esse, era fondamentale quanto esplorare mondi sconosciuti, visto…

  • Un sasso nello stagno

    Settembre

    Il cielo collerico di Settembre sfrangia il vapor d’acqua dei grandi ammassi e li riduce in cirrocumuli e pecorelle. Pascoli contaminati e vastissimi si offrono alla dissoluzione. La stagione migliore chiude i battenti. L’aria è cambiata. Quel vento etereo sfalda la repubblica. Orde di ovini dispersi brucano indifferenti nelle praterie. Attraverso l’equinozio, lo sfavillio instancabile delle stelle e il tacere discreto dei grilli, la notte s’è fatta più fredda. Me ne sto in casa, crepuscolare. Mi arriva di soppiatto, staccandosi dal sottofondo, la cronaca cruda di un pestaggio nella Metro. Mi sorprendo, cinico, a guardare le immagini della telecamera di bordo. Diaspora del coraggio. Fuggiti tutti. Anche io. Dopo poco,…

  • Dell'Arte

    Naufragare per ricominciare, naufragi dell’anima.

    Il filosofo e matematico Bertrand Russell, nel 1948, precipitò in mare con l’aereo sul quale volava. Aveva 76 anni, scoprì di essere ancora vivo e cominciò a nuotare. Non era un campione in quella disciplina sportiva, né in altre, e la terra si trovava a considerevole distanza. Pensò, comunque, che il suo viaggio non fosse al capolinea. Due anni dopo, gli venne conferito il Premio Nobel, che egli decise di usare “per beneficare se stesso”. Prima di morire, a quasi cento anni, ne combinò ancora di tutti i colori. Odisseo, meglio conosciuto come Ulisse, naufraga a più riprese e ogni naufragio arricchisce ed “allarga” la sua vita. Torna ad Itaca…

  • Conosciamoci peggio

    La filosofia come esercizio di insubordinazione

    Uno spettro si aggira per le accademie (e in particolar modo, presso i dipartimenti universitari di filosofia). Uno spettro dal nome e dall’origine antichi: lo spettro della “servitù volontaria” (Étienne La Boétie). La ricerca, soprattutto nell’ambito cosiddetto “umanistico” e anche nella sua forma più pura, sconta una sorta di malattia ormai cronica. È ricerca in funzione di esigenze che non sono le esigenze della ricerca, che esulano dall’esigenza genuinamente conoscitiva che dovrebbe animarla. A farla da padrone, insomma, è quel fenomeno che gli psicoanalisti chiamano transfert e che Jacques Lacan ha giustamente definito come l’istituzione di un “soggetto supposto sapere”. A sapere, in breve, è sempre l’Altro, con la maiuscola…