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La filosofia come esercizio di insubordinazione
Uno spettro si aggira per le accademie (e in particolar modo, presso i dipartimenti universitari di filosofia). Uno spettro dal nome e dall’origine antichi: lo spettro della “servitù volontaria” (Étienne La Boétie). La ricerca, soprattutto nell’ambito cosiddetto “umanistico” e anche nella sua forma più pura, sconta una sorta di malattia ormai cronica. È ricerca in funzione di esigenze che non sono le esigenze della ricerca, che esulano dall’esigenza genuinamente conoscitiva che dovrebbe animarla. A farla da padrone, insomma, è quel fenomeno che gli psicoanalisti chiamano transfert e che Jacques Lacan ha giustamente definito come l’istituzione di un “soggetto supposto sapere”. A sapere, in breve, è sempre l’Altro, con la maiuscola…