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Piccoli ma non minori (Borghi, monti e piccoli musei)
La cosa migliore di quel museo era però che tutto stava sempre allo stesso posto. Nessuno si muoveva. Potevi andarci centomila volte, e quell’esquimese aveva sempre appena finito di prendere quei due pesci, gli uccelli stavano ancora andando verso il sud, i cervi stavano ancora abbeverandosi a quella fonte, con le loro belle corna e le belle, esili zampe, e quella squaw col petto nudo stava ancora tessendo la stessa coperta. Nessuno era mai diverso. L’unico a essere diverso eri tu». Il giovane Holden, preso dalle sue lotte intestine con l’essere, ben racconta quello che un museo può essere per le persone che lo vivono, che lo esplorano e vi…